Cos’è ChatGPT? La guida di base

Oggi è impossibile aprire un magazine online e non intercettare un articolo dedicato ai possibili usi di ChatGPT o alle minacce nei confronti di qualche professione del digital marketing. Però è vero che, nonostante la grande eco che sta avendo questa realtà, si tratta di un universo ristretto. E rivolto sostanzialmente agli addetti ai lavori.

Almeno per ora. Anche se ci sono delle novità che lasciano il segno e possono indicare il livello di crescita che sta interessando questo strumento della comunicazione online.

Ecco perché abbiamo deciso di scrivere una piccola guida per presentare ChatGPT agli imprenditori che, incuriositi, si chiedono quali sono gli sviluppi di questa tecnologia.

Cos’è ChatGPT in poche parole

Iniziamo dalla base. ChatGPT è un’applicazione di intelligenza artificiale creata da OpenAI basata sull’apprendimento automatico e in grado di rispondere alle domande degli utenti. La particolarità è che si fonda su un algoritmo di generazione del linguaggio naturale.

Cos'è ChatGPT in poche parole
La home di ChatGPT-3.

Questo permette di elaborare risposte dopo aver analizzato grandi quantità di dati testuali inseriti attraverso fonti differenti come libri, quotidiani, studi scientifici ma anche esempi di interazioni comuni. In buona sintesi, puoi ottenere rispondere alle domande con un livello di somiglianza con il linguaggio umano vicino alla perfezione formale.

Da leggere: perché inserire una chat nell’e-commerce

Come posso provare ChatGPT?

Ho già attirato la tua attenzione? Bene, se vuoi iniziare a sfruttare ChatGPT basta andare sul sito web ufficiale – chat.openai.com – e creare un account gratuito.

La versione base è gratuita mentre quella a pagamento – disponibile anche in Italia – offre una serie di benefit utili soprattutto a chi utilizza ChatGPT con frequenza.

Come, ad esempio, la disponibilità di nuove funzioni in anticipo, la maggior velocità per generare la risposta e la possibilità di utilizzare l’app anche quando la richiesta è alta.

Il prezzo di ChatGPT è di 20 dollari al mese. È possibile provare ChatGPT in un altro modo: utilizzando la nuova versione di Bing (compreso il browser Edge) che integra la finestra di dialogo sfruttando la ricerca delle fonti online che di base non è disponibile.

Come usare ChatGPT in pratica

La domanda: cosa posso fare con ChatGPT? Basta digitare un prompt testuale, ovvero una descrizione di ciò che ti serve. Questo modello d’intelligenza artificiale è in grado di generare testo in automatico, basando la risposta sulle informazioni che ha nel database.

Ciò consente all’applicazione di portare avanti conversazioni human oriented con chi digita la richiesta. Quindi, in estrema sintesi, puoi generare grandi quantità di testo utile alle tue esigenze. Ed è qui che puoi iniziare ad avere i primi benefici da ChatGPT.

 

Che ti consente di creare report, modelli di email, strutture testuali, tabelle, storie creative, script per video e podcast. Ad esempio, se devi rispondere alle recensioni dei tuoi clienti puoi chiedere a ChatGPT di creare 10 versioni differenti di un testo che hai usato.

Come scrivere bene un prompt?

Una delle differenze nel settore AI è la capacità di creare dei prompt adeguati alle esigenze. Questo significa generare comandi in grado di ottenere risposte ben strutturate.

Quali sono le regole di base per creare dei prompt efficaci su ChatGPT? In primo luogo devi essere sintetico, chiaro e diretto. ChatGPT tende a comprendere meno le domande soggettive o con richieste di interpretazioni. Meglio essere specifici e lineari.

Sfrutta parole di uso comune e che tutti possono capire. Inoltre, conviene utilizzare una sessione per ogni argomento senza fondere temi diversi nella stessa timeline. Poi, se il risultato non ti soddisfa hai facoltà di approfondire o riformulare un punto. O l’intero output. Inoltre puoi declinare i risultati con un tone of voice specifico.

Quali sono i limiti di quest’app?

Proprio sul sito web ufficiale trovi una serie di snodi che ti spiegano quali sono i nodi che mettono in difficoltà ChatGPT. Che può sembrare una soluzione rivoluzionaria per chi deve produrre contenuti ma, in realtà, nasconde diverse insidie che dovresti evitare.

In primo luogo abbiamo la possibilità di riscontrare risposte plausibili ma sbagliate o prive di senso. Quindi, ipotizzare l’uso dei contenuti di ChatGPT senza una verifica attenta può essere rischiosa. Questo però è un problema non solo di ChatGPT.

Quali sono i limiti di quest'app?
L’errore: la prima immagine di un esopianeta era stata realizzata e diffusa nel 2004.

Lo sanno bene i tecnici di BARD – la risposta di Google all’integrazione di ChatGPT su Bing – che hanno pubblicato uno screenshot di una risposta sbagliata data dall’AI.

Inoltre, è riscontrato un problema di ridondanza rispetto ad alcune parole come quella che hai usato per formulare la domanda. In sintesi, il linguaggio utilizzato è ben strutturato ma alla lunga riconoscibile. Altro problema: se ChatGPT non conosce la risposta può provare a individuare ma non ammette la sua incapacità nel rispondere.

Alcuni esempi per usare ChatGPT

Ipotizziamo questo: un imprenditore vuole iniziare a applicare ChatGPT per approfondire alcuni argomenti e sfruttare le sue potenzialità. Quali potrebbero essere le soluzioni utili?

Un primo modo per utilizzare ChatGPT: creare dei modelli di email da mettere in archivio e sfruttare quando preferisci per risparmiare tempo. Puoi utilizzare un tono di voce amichevole o formale, basta chiederlo nel prompt. Specificando anche a cosa ti serve.

come usare chatgpt

Ipotizziamo un altro scenario. Devi creare un’ADV di 30 secondi da lanciare su YouTube. Serve uno script basando l’attacco sul modello di persuasive copywriting noto come AIDA.

Ovvero Attenzione, Interesse, Desiderio e Azione. ChatGPT riesce a sfruttare questa dinamica per darti una risposta. Che ovviamente devi rivedere e utilizzare come base.

Vuoi ancora un altro esempio virtuoso di ChatGPT? Puoi trovare idee virtuose per i post del tuo blog. Basta dare il giusto prompt per avere decine di potenziali titoli da sfruttare.

Chiaramente è il punto di partenza ma lo sviluppo degli articoli deve essere sempre in mano a chi crea i contenuti per mantenere autorevolezza e qualità dei testi. L’intelligenza artificiale può fare tanto ma non si sostituisce al lavoro umano. Almeno per ora.

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