Il Pay per click (o PPC) è una forma di pubblicità online che basa tutto su un parametro facile da misurare: la visita del potenziale cliente sul sito web che arriva grazie a un annuncio pubblicitario. I canali principali che utilizzano questo meccanismo sono sostanzialmente due: Google e Facebook/Instagram.
Lo scopo del Pay per click è quello di offrire una soluzione utile per promuovere il proprio progetto con uno strumento capace di restituire dei dati chiari, facili da integrare e osservare. Eppure, molti imprenditori fanno resistenza di fronte alla necessità di investire in questo tipo di pubblicità online.
Si è disposti ad affrontare cifre importanti per advertising su supporti cartacei – cartellonistica, volantini, opuscoli, inserzioni nei quotidiani, etc. – ma si ignora il potenziale di questa dinamica ormai rodata.
Devo investire anche io in questo canale? Funziona? Siamo sicuri che ogni visita diventi un cliente? Ecco cosa devi sapere prima di prendere la tua decisione e affidarti a una buona campagna di PPC online.
Cos’è il Pay per click, una definizione
Il PPC è un modello di advertising online che prevede il pagamento di una quota da parte dell’inserzionista ogni volta che un potenziale cliente clicca sull’annuncio. I soggetti coinvolti in questo equilibrio sono tre:
- Chi crea l’annuncio pubblicitario per promuovere.
- L’utente con un bisogno che clicca sulla sponsorizzata.
- Il proprietario del canale web che offre visibilità.
Per gestire tutto serve una piattaforma in grado di creare gli annunci in base a quelli che è un meccanismo ad asta. In pratica, superiore è la concorrenza verso un determinato argomento e maggiore sarà la spesa che l’imprenditore deve sostenere per ogni visita. Che poi deve tentare di monetizzare.
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Come è fatto un annuncio PPC?
Molto dipende dalla piattaforma che scegli per creare la tua campagna promozionale e dall’obiettivo che scegli. Ma, in linea di massima, un annuncio PPC è composto da un titolo sintetico, accattivante e informativo, una descrizione che approfondisce e convince, un link che porta alla pagina di destinazione.
In più deve esserci un’etichetta che comunica, in modo chiaro, la presenza di un accordo commerciale dietro quel posizionamento. Di solito leggiamo da qualche parte la dicitura “sponsorizzato”, “Advertising” o altre formule simili. Alcuni formati prevedono anche l’uso di immagini e/o video associati al PPC.
A cosa serve il Pay per click?
L’errore fondamentale che possiamo fare quando iniziamo a valutare la possibilità di investire in PPC? Semplice, rileghiamo questa strategia di web marketing solo alla vendita o, in generale, a una qualche conversione economica. Di sicuro l’obiettivo principale di una campagna Pay per click può essere quello di spingere pagine commerciali. Come delle landing o sales page per trasformare l’utente in cliente diretto.
Ma non è sempre così: gli obiettivi del PPC possono essere diversi. Ad esempio c’è quello del brand protection: sponsorizzo il mio nome aziendale per fare in modo che nessuno occupi la posizione. E quando gli utenti mi cercano su Google trovano sempre il mio sito web, non quello dei competitor.
Posso fare pubblicità online per aumentare il numero dei lead, per farmi conoscere e migliorare l’opinione del mio lavoro (brand awareness). Anche gli articoli del blog possono essere promossi con il PPC. In sintesi, si tratta di uno strumento completo e adatto sia a scopi transazionali che informativi.
Come funziona il Pay per click?
Partendo dal presupposto che esistono differenze sostanziali tra piattaforme, come ad esempio Google e Facebook, il PPC ha un funzionamento lineare. Io imprenditore mi iscrivo a un programma di sponsorizzazione e definisco come, dove e perché apparire nei risultati. Quindi, prendendo come esempio Google Ads (es AdWords), raggiungo il mio pannello di controllo e scelgo il formato annunci.
Dopo aver indicato la volontà di creare una campagna Search per apparire nella pagina dei risultati, scelgo le keyword che mi interessano. Il costo per click (CPC) indica quanto pago ogni volta che un utente clicca l’annuncio: il costo è dovuto da un’asta tra inserzionisti. La richiesta sale? Il prezzo segue.
È la legge della domanda e dell’offerta. Se c’è molta competizione su una keyword, il costo per esserci aumenta. E tu devi essere disposto a sostenerlo altrimenti lasci il passo ai competitor. Il successo di una buona campagna PPC dipende dalla qualità di tutto ciò che succede dopo il click. Cosa significa?
Il sito web deve essere veloce, efficace. Mandare gli utenti che cercano qualcosa di specifico su una home page non è una buona idea, lo stesso vale se non studi i percorsi interni che deve seguire l’utente. Per questo la realizzazione del sito web viene curata da una web agency professionale.
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Qual è un buon costo per click?
Dipende dal settore e dal prodotto o servizio. A volte la somma che devi investire cambia in base al periodo dell’anno. Strumenti come Seozoom e Semrush ti possono aiutare ad avere una valutazione completa dei costi che, di solito, oscillano tra 1 o 2 euro a click. Anche se le somme possono variare sensibilmente.
Alcuni settori prevedono un CPC superiore ai 10 euro ma sono delle condizioni molto particolari, dove la concorrenza è agguerrita ma le opportunità di conversione possono fare la differenza.
Ovviamente, in queste circostanze è impossibile lavorare con siti web approssimativi. Tutto deve essere ottimizzato e testato a partire dall’architettura dei server fino al tempo di caricamento della pagina e all’uptime. Sai cosa significa far cliccare su un annuncio con un CPC di 8 euro e avere il sito offline?