Le drip campaign – letteralmente campagne di gocciolamento – sono delle tecniche di gestione dei contenuti particolarmente efficaci. Soprattutto se si ragiona intorno al concetto di customer journey, ovvero il percorso che compie l’utente valutando i vari touchpoint per giungere all’acquisto o alla richiesta d’informazione o preventivo.
Nella maggior parte dei casi un piccola impresa non pensa di aver bisogno di ulteriori passaggi tra la scoperta del prodotto e l’acquisto, ma non è sempre così. In alcuni casi c’è bisogno di un canale di fidelizzazione come la newsletter o la chat di un sito web dove è possibile interagire con il pubblico. Qui si inserisce una potenziale drip campaign.
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Cos’è una drip campaign, definizione
Con drip campaign intendiamo un’attività di lead nurturing basata su una serie di invii organizzati in base alla gestione di determinate condizioni. In altre parole, questo termine indica la possibilità di organizzare l’invio di una sequenza di messaggi in base al presentarsi di determinate circostanze. Questo avviene in modi differenti.
Ad esempio attraverso l’email marketing, chatbot e app di messaggistica: quando le persone svolgono un’azione parte una serie di messaggi predefiniti o email automatiche. Per ogni azione, puoi scegliere quante interazioni inviare e la velocità con cui procedere.
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Caratteristiche base di una campagna
In primo luogo abbiamo un obiettivo da raggiungere: ogni attività di drip marketing deve puntare al raggiungimento di uno scopo preciso. Poi ci sono gli strumenti da utilizzare.
In base alle necessità e alle caratteristiche del target ci possono delle esigenze in termini di tool da sfruttare. Ad esempio si possono usare software per inviare newsletter come Mailchimp o Mailup senza dimenticare Sendblaster. Oppure si possono utilizzare dei chatbot che automatizzano l’invio di messaggi in base a determinati workflow.
Quali sono gli obiettivi strategici?
Il marketing drip – cioè che fa gocciolare contenuti in base a uno schema stabilito a monte – può aiutarti in diverse occasioni e ha degli obiettivi strategici ben definiti.
In primo luogo, se lo affianchi a un lavoro di inbound marketing per ecommerce, può aiutarti ad aumentare le vendite trasformando i contatti in clienti. Questo avviene spingendo verso le transizioni abituali ma anche per le attività di cross e up selling.
Soprattutto, puoi utilizzare le drip campaign per recuperare il pubblico inattivo. Questi obiettivi possono essere declinati anche per le aziende che non hanno un servizio di vendita diretta e che vogliono usare canali come quello dell’email marketing e della chat sul sito web per invogliare a chiedere un preventivo, scaricare risorse extra ma anche:
- Comunicare valore con un support presente.
- Costruire un rapporto con il pubblico di fiducia.
- Guidare gli urenti verso risorse ben stabilite.
Tutto questo può essere fatto per un motivo molto semplice: le campagne drip possono essere personalizzate, mirate su un target specifico, scalate in base alle esigenze.
Esempi di eventi nel drip marketing
Come suggerito, le drip campaign iniziano a definirsi nel momento in cui si manifesta un evento. Ovvero quando un potenziale cliente che entra in contatto con l’azienda – lasciando un contatto utile in termini di marketing – svolge una determinata azione.
Questo si definisce evento, trigger. Vale a dire grilletto, leva scatenante dell’intera campagna. Questi eventi, di solito, si ritrovano in una lista precisa. Qualche esempio:
- Effettuare un ordine sull’ecommerce.
- Iscriversi alla newsletter del sito.
- Registrazione per ottenere ebook o white paper.
- Abbandonare un carrello dello shop online
- Fare una domanda al customer care service.
In alcuni casi la campagna di drip marketing inizia proprio perché non viene fatto niente. Ad esempio, se un utente registrato alla newsletter compie gli anni si può inviare un messaggio di auguri con un regalo. Oppure se un cliente non effettua un acquisto da tanto tempo può ricevere un messaggio per invogliarlo a partecipare.
Drip campaign per comportamento
Questa campagna inizia nel momento in cui l’utente fa qualcosa. Ad esempio, se si iscrive alla lista newsletter arriva l’email di benvenuto con una serie di comunicazioni che seguono il primo invio. E possono cambiare in base a cosa sceglie o chiede l’utente.
Ci possono essere consigli sul primo acquisto o su quelli successivi, si possono inviare dei messaggi legati all’abbandono dell’acquisto prima del pagamento o un messaggio di follow-up dopo un qualsiasi comportamento che può essere registrato su un sito web per gestire il comportamento dell’utente. Come fa Netflix dopo aver capito i miei gusti.
Drip campaign per data
Le automazioni via email o attraverso chat possono basarsi su una data importante. Queste soluzioni consentono di comunicare con il tuo pubblico in giorni specifici. Ad esempio quando si avvicina il momento del rinnovo di un abbonamento. O quando, in linea di principio, dovrebbe essere arrivato il momento di formulare nuovamente l’ordino.
Chiaro, poi ci inserisci anche tutte le tecniche di fidelizzazione basate su invio coupon e codici sconto in relazione a compleanni e anniversari ma questa è una tecnica già citata e nota (ma sicuramente efficace). Un esempio efficace è quello offerto da Hootsuite che coglie l’occasione del Cyber Monday, una data, per inviare un’offerta in automatico.
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Devo attivare anche io una campagna?
Dipende. Non è un obbligo, non dobbiamo seguire sempre e comunque ogni tecnica di web marketing che potrebbe essere utilizzata per ottenere determinati risultati. Blogging, local SEO, email marketing, social media: le possibilità sono tante. Quale scegliere?