La psicologia dei colori nel marketing è un tema decisivo che ogni azienda, grande o piccola, deve conoscere e assimilare per presentarsi al meglio. Il motivo è semplice: l’abbinamento delle cromie nasconde significati profondi che aiutano l’impresa a comunicare i propri valori.
Ti sembra un dettaglio, vero? Non è così, credimi. Quando decidi di creare un logo o l’intera immagine coordinata che contempli carta intestata, biglietti da visita e altri accessori devi scegliere abbinamenti tra tinta e grafica. Ed è in questi casi che si ripresenta la necessità di scegliere.
Così diventa necessario un lavoro collegato alla psicologia dei colori nel marketing. Quest’attività può essere chiamata in causa quando un’azienda muove i primi passi, o magari in occasione di un restyling. Ovvero la classica rinfrescata del profilo aziendale. Vogliamo approfondire le dinamiche?
Argomenti trattati in questo post
- Perché la scelta dei colori è così importante?
- Principi di psicologia dei colori nel marketing
- Come viene percepito il colore: differenze
- Come scegliere abbinamenti colori/grafica
- Immagine coordinata, logo e scelta della tinta
- Rebranding e restyling del brand (e dei colori)
- Tu hai iniziato a lavorare sui colori aziendali?
Perché la scelta dei colori è così importante?
È impossibile non comunicare. Tutto si basa su quest’assioma di Paul Watzlawick che sottolinea un punto chiave: in qualsiasi situazione tu dovrai trasmettere contenuti al pubblico. Anche quando non lo vuoi fare o non sei consapevole di questo passaggio. E la tua presenza aziendale non è esclusa.
Assioma della comunicazione: è impossibile non comunicare – Scuola di Palo Alto
Una realtà imprenditoriale ha una facciata estetica fatta di forme, caratteri testuali, nuance e grafiche che comunicano con il pubblico. Che tu lo voglia oppure no. E hai una scelta: muoverti a caso, improvvisando e sperando che il risultato funzioni, o studiare a tavolino le azioni.
Con la seconda opzione hai la possibilità di sfruttare la psicologia dei colori nel marketing. In modo da creare la connessione decisiva tra valori aziendali e comunicazione efficace. Il tutto per arrivare a un obiettivo chiaro: migliorare la percezione e vendere di più. In che modo avviene?
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Principi di psicologia dei colori nel marketing
L’idea è questa: le tinte hanno dei significati che variano in base alle circostanze. Questo, ovviamente, rispetto all’esperienza e alla percezione del singolo. Ma, in linea di massima, può essere definita una sorta di mappa per attribuire a ogni cromia un valore da applicare al brand.
Come puoi vedere da questa grafica, che racchiude colori primari e secondari, a ogni combinazione sono associati più significati che cambiano in base al contesto. Ad esempio l’arancione può essere associato a divertimento e risparmio, come il giallo. Il blu, invece, è sinonimo di fiducia e sicurezza.
Quante realtà usano questa sfumatura nella propria comunicazione? Di solito viene usato per banche, aziende assicurative, medici. Proprio come il verde che è un colore fisso per gli studi dentistici. Il rosso è sinonimo di forza, coraggio ma anche terrore e paura. Quindi attenzione alle circostanze.
Come viene percepito il colore: differenze
La lettura della colorazione cambia in base alla circostanza e non solo. In questa seconda grafica, sempre di Coschedule, puoi avere una sintesi dell’ambivalenza di ogni colore. Sia dal punto di vista del valore che di un’eventuale inclinazione rispetto al genere di riferimento.
Uomini e donne hanno un rapporto differente con questi elementi, per questo devi sempre valutare e orientare la scelta in base alla predominanza del genere all’interno del tuo pubblico di riferimento. Mai ignorare quest’aspetto quando lavori sui pilastri del tuo brand.
Come scegliere abbinamenti colori/grafica
La fase decisionale è importante, devi collegare ciò che si trova alla base del tuo brand (i valori fondamentali, i motivi che ti hanno spinto a esserci) con l’espressione percepibile ai sensi. Che automaticamente condensa significati indiretti ma potenti.
Quando avviene questo lavoro per scegliere il colore del logo aziendale e dell’intera immagine coordinata? L’ideale sarebbe nella fase iniziale, nel momento in cui ti presenti di fronte al pubblico. Definisci il tuo piano di promozione, crei le personas e lavori sull’analisi SWOT.
Vale a dire una matrice che si divide in 4 aree: punti di forza, debolezze, opportunità e minacce. Questo è uno dei passaggi imprescindibili per fare l’analisi del brand e capire chi sei, cosa fai, dove sei più forte e in quali angoli sei debole. Così puoi muoverti nella giusta direzione.
In questo modo scegli al meglio i tuoi colori corporate. Solo quando hai capito quali sono i tuoi valori fondati e la tua mission (ciò che giustifica la presenza dell’azienda sul mercato), puoi sfruttare la psicologia del colori nel marketing web e offline. Dove si applica tutto ciò?
Immagine coordinata, logo e scelta della tinta
Quando fai i tuoi passi e comunichi al grafico le tonalità del tuo brand la domanda successiva è un’altra: quali saranno gli ambiti che beneficeranno della decisione presa con il mio consulente di web marketing? In primo luogo si impone sul logo.
Vale a dire la sintesi grafica della tua marca. Questo elemento, che può essere composto da pittogramma e/o naming con un font particolare, racchiude la tua essenza. Quindi contempla i colori aziendali che hai scelto. Poi gli stessi elementi si applicano all’immagine coordinata:
- Carta intestata.
- Biglietti da visita.
- Gadget e merchandising.
- Sito web.
- Profili social.
- Manifesti e cartellonistica.
- Buste da lettera.
- Volantini.
Ogni espressione della tua marca deve avere lo stesso carattere testuale. Ma condivide concept grafico, forme e colori. Poi, ovviamente, c’è il logo. Questo per comunicare in modo omogeneo, con un’unica voce, in modo da conferire sicurezza e trasmette autorevolezza al pubblico.
Rebranding e restyling del brand (e dei colori)
Spesso la scelta delle cromie viene ripresa in fase di rivisitazione della marca. Con il restyling abbiamo in leggero rinnovo, non una rivoluzione. Il rebrand, invece, mette in discussione ciò che è stato fatto: in ogni caso qui si può riprendere le scelte fatte in passato.
Ma anche no, non è un obbligo. Il lavoro svolto dagli esperti di branding e dagli analisti è proprio questo: valutare cosa lasciare e cambiare in una fase di ristrutturazione della marca. Gli esempi virtuosi di rebranding sono tanti, e non sempre c’è un cambiamento dei colori nel logo.
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Tu hai iniziato a lavorare sui colori aziendali?
Devi fare una scelta chiara, non puoi continuare a presentarti con un logo e un’immagine coordinata improvvisata. Questo vuol dire comunicare male con le persone, trasmettere valori errati, perdere occasioni e clienti. Sembra impossibile, ma la forza dei colori è immensa.
La soluzione ideale in questi casi? Contatta un consulente di web marketing o un’agenzia specializzata per creare un logo professionale e scegliere i colori adeguati alla tua idea di azienda. Sei d’accordo? Qual è la tua esperienza in merito? Lascia le idee nei commenti.