Intervista a Gloria Vanni, copywriting con passione

Oggi ospite di “Dietro le quinte” è Gloria Vanni, giornalista e blogger. Ho conosciuto Gloria anni fa sul web, leggendo il suo blog personale. È grazie a lei se ho iniziato a scrivere sul web. Le devo molto. In questa intervista cerco di carpire il segreto della sua energia che contagia chi ha la fortuna di lavorare con lei.

Dietro le quinte - Intervista a Gloria Vanni

Ciao, Gloria, quando hai capito che volevi fare la giornalista?

Ciao, Diego, grazie per questa intervista: rispondere alle tue domande è un’opportunità per condividere esperienze, riflettere, fare il punto!

Allora, più del “quando” vorrei raccontare “come” ho scoperto che volevo fare la giornalista. Tutto è iniziato durante la mia esperienza in mare. Nel 1977, a 20 anni sono partita su una barca a vela come marinaio. I nove mesi del primo ingaggio sono diventati cinque anni su diverse barche dove ho lavorato come marinaio, cuoca, skipper. Anni in cui scrivevo anche lunghe lettere.

È allora che hanno iniziato a dirmi: “Scrivi bene, perché non fai la giornalista?” Nel frattempo ho scritto la tesi in psicologia. E quando ho sentito la necessità di mettere radici, ho accettato l’offerta di vendere pubblicità per un mensile di moda.

Era il 1983 e ho lasciato il mare per l’unica città che mi sembrava capace di accogliermi: Milano. Una città dove ho subito avuto la sensazione che, se ti impegnavi, potevi realizzare qualsiasi sogno, anche diventare giornalista. Ho lavorato per tre anni in Mondadori e ho iniziato a scrivere come freelance. Poi, mi sono licenziata e a febbraio 1986 facevo la giornalista a tempo pieno. A gennaio 1990 ho fatto l’esame e sono diventata giornalista professionista. Il “quando” è perciò un viaggio lungo quasi otto anni.

Poi hai scoperto il web. Amore a prima vista?

Direi che è stato “disamore a prima vista“. A luglio 2008 ho perso il lavoro: l’editore ha chiuso il giornale dove lavoravo come caporedattore/direttore. Sono iniziate le collaborazioni come freelance, il web entrava timidamente nelle redazioni. Ricordo un colloquio con Riccardo Luna che stava preparando il lancio di Wired. Quanto disagio ho provato nel rendermi conto che sapevo poco o nulla di digitale.

Allora ho iniziato a studiare, a fare corsi, poi a collaborare con web agency. E il disamore si è trasformato in amore. Sono tuttora innamorata del web: penso che sia uno strumento straordinario.

Dobbiamo imparare a usarlo con più attenzione agli obiettivi comuni. A “essere sociali” non solo per noi stessi ma anche per/con gli altri. Insieme si ottengono risultati straordinari. D’altronde “l’unione fa la forza” è un modo di dire antico con una sua saggezza.

Qual è il progetto più interessante cui hai partecipato?

Come giornalista ¿Qué Tal?, il primo mensile in spagnolo per l’Italia. Era un mensile con un’anima didattica e uno spirito contemporaneo grazie a servizi di viaggi e lifestyle, interviste e attualità, racconti e fumetti come Mafalda.

Tutto scritto in spagnolo, salvo l’editoriale e un glossario per ogni articolo. Con un CD e una decina di lavori registrati ogni mese. Un prodotto multimediale. L’ho creato e amato molto. Poi, l’editore ha deciso di chiuderlo e a me è rimasto l’amore per la Spagna, gli spagnoli e lo spagnolo.

Come giornalista/blogger ti rispondo il primo barcamp dedicato all’edilizia: idea innovativa per l’Italia e ancor di più per questo settore. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti è un formatore popolare. L’ho progettato, visto nascere e poi è andato per la sua strada. Breve. È ovviamente LessIsSexy, blogzine in continuo divenire.

Come giudichi il livello attuale dei contenuti sul web?

Non amo giudicare! Posso dirti che la qualità di un oceano in fermento qual è il web è, a mio avviso, “media”. Con qualche eccellenza. Quando le incrocio, impazzisco di gioia perché credo nelle potenzialità digitali.

Abitare il web e avere buone capacità di comunicazione, condivisione e coinvolgimento è un processo continuo di apprendimento, crescita e cambiamento. Un notevole cambiamento soprattutto per noi italiani che siamo fortemente individualisti.

Fare rete, fare networking, collaborare e condividere ha un potere e un valore immenso. Occorre solo capirlo, accettarlo e passare all’azione!

Quando un articolo riesce a promuovere un’azienda?

Quando non è il “biglietto da visita” dell’azienda. Quando è un articolo che racconta e, soprattutto, sa creare connessioni e relazioni tra dipendenti e clienti. Siamo persone e vogliamo relazioni umane, nella realtà, online, ovunque.

La rivoluzione tecnologica ci consente di soddisfare qualsiasi necessità e curiosità. Siamo sempre più consumatori informati: dalle aziende vogliamo informazioni, precisione, sincerità, chiarezza. Tutto (o quasi) quello che ci danno i motori di ricerca quando facciamo una domanda.

Il massimo è quando l’articolo è capace di generare empatia e coinvolgimento! Siamo a un passo dall’affective computing, dal dare intelligenza emotiva ai dispositivi che usiamo ogni giorno. Smartphone e tablet saranno presto in grado di indovinare i nostri umori.

In questa continua rivoluzione le aziende devono costruire valore, offrendo se stesse con semplicità: la propria unicità può/deve contribuire a un processo di miglioramento collettivo.

Quando scrivi pensi al lettore o al motore di ricerca?

Penso prima al lettore, poi al motore di ricerca, quindi a tutti e due. Aggiungo, penso anche a me stessa: cerco di scrivere cose che mi piacciono! Non è sempre così, ovvio, però il candido capello mi consente di dire sempre più “no” a ciò che non mi corrisponde. Una grande conquista, tanto più per me, educata a essere assertiva.

Qual è la tua giornata lavorativa tipo?

Mi sveglio verso le 6 e faccio la lista delle cose da fare. Quindi, dedico un’ora alla lettura di Feedly e dei social: inizio con Twitter, è la mia edicola gratuita. Con la tecnica del Pomodoro organizzo il tempo da dedicare alla comunicazione personale e professionale.

Utilizzo PostPickr per condividere contenuti e, di solito, il venerdì lo dedico alla scrittura, senza distrazioni di sorta. Ho imparato a fare strategie perché sono una multipotenzialista che per natura passa da una cosa all’altra. Tendo a perdermi, tanto più online!

Alla comunicazione aggiungo la mia attività di accoglienza: fare ospitalità a casa è ciò che più amo. Mi piace prendermi cura degli altri. È uno dei motivi per cui scelgo di espatriare in Spagna e di vivere a Minorca: voglio offrire accoglienza in un’isola magica, con una natura straordinaria che invita a rilassarsi.

Benessere condiviso con persone sorridenti, gentili, rispettose che sanno godersi la vita. Ti/vi aspetto a Casa Bonita!

Intervista a Gloria Vanni

Un consiglio ai giovani che cercano lavoro sul web?

Il mio consiglio è «non fare come me!». Non scherzo: io mi sono buttata senza fare ricerche e strategie. Ho aperto LessIsSexy nel 2013 su invito della sostenibilità in un Paese, l’Italia, dove è un concetto sconosciuto e (quasi) impopolare.

Strada facendo ho aggiustato il tiro e nel Manifesto di LessIsSexy ho precisato che la sostenibilità per me è “prendersi cura si sé, degli altri, della Terra“.

Poi, consiglio di adottare il “come se” delle antiche culture orientali: ogni giorno è come se fosse il primo. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Ogni giorno è un’opportunità per andare avanti con passione, determinazione, curiosità, umiltà. Ogni giorno è da vivere con quel tanto di follia utile per acchiappare i propri sogni e realizzarli.

2 commenti su “Intervista a Gloria Vanni, copywriting con passione”

    1. Ciao Gloria. Il privilegio è tutto mio. Credo che il valore delle aziende sia dato dalle persone che ci lavorano. Ci credo davvero e ho la fortuna di lavorare fianco a fianco, da anni, con persone eccezionali e seri professionisti. Tu mi hai contagiato con la tua energia e con la passione per quello che fai. Qualsiasi cosa tu faccia ci metti tutta te stessa. Questa è una grande lezione di vita. Ti rinnovo i miei auguri per i tuoi progetti e per quelli che realizzeremo ancora insieme. Buon Vento Gloria

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