Shrinkflation, cos’è e come cambiano le quantità dei prodotti

Shrinkflation

In questi periodi hai sicuramente sentito parlare della Shrinkflation, ovvero un neologismo inglese nato dalla fusione (blending) del verbo to shrink, restringere, e dalla parola inflation che ben conosciamo.

In sintesi, si tratta di una tendenza diffusa e continua nel tempo che porta le aziende a ridurre la quantità di prodotto senza aumentare i prezzi. Ti sarà già capitato di notare quel pacco di pasta leggermente più piccolo rispetto al solito. E quello snack è meno adatto a soddisfare la tua fame pomeridiana.

Shrinkflation

Eppure nulla è cambiato. O almeno sembra. In realtà ci sono piccole variazioni di quantità che le aziende emettono nel packaging (l’involucro del prodotto) al fine di aumentare i profitti o contenere l’inflazione.

Cos’è la Shrinkflation, una definizione

Con questo termine intendiamo un processo in cui la quantità dello stesso prodotto, nel tempo, tende a diminuire di poco pur mantenendo invariato il prezzo. Così il consumatore non percepisce la variazione.

L’obiettivo è quello di tamponare eventuali aumenti del costo dell’attività produttiva e della logistica interna senza far ricadere il peso sul prezzo finale, elemento principale valutato dal cliente. Se un bene aumenta di poco l’utente se ne accorge e cambia le proprie abitudini ma se varia di pochi grammi no.

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Perché questa tecnica spesso funziona?

Il consumatore tende a mantenere invariate le proprie abitudini. Non è facile variare sempre, e questo vale per gli acquisti al supermercato ma anche su un ecommerce dove addirittura possiamo impostare degli acquisti di routine e mantenere nel carrello dei prodotti che acquistiamo sempre nel tempo.

Nel frattempo possono variare di peso o quantità a nostra insaputa. Però non ci occupiamo di questo, pensiamo di avere il controllo sui nostri acquisti valutando il prezzo. Nel frattempo la Shrinkflation permette alle aziende di aumentare i profitti o comunque contenere dei costi che aumentano.

Come si presenta questa strategia

In alcuni casi può esserci una diminuzione di quantità intesa come peso del prodotto o numeri di elementi presenti nella confezione. In alcuni casi questo processo può essere accompagnato a un prezzo invariato o anche a un aumento di prezzo, condizione che può portare a un ulteriore aumento dei benefit.

  • Pacco di pasta con 950 grammi di prodotto e non più 1 Kg.
  • Confezione di mele che passa da 10 elementi a 9.
  • Abbonamento del telefono che copre 29 giorni.

Il concetto di Shrinkflation può essere riprodotto in termini di durata del contratto, di peso o di numero degli elementi. Spesso questo processo viene effettuato nel momento in cui si presenta l’occasione per un restyling del packaging, ovvero dell’involucro. Così le eventuali modifiche appaiono meno evidenti.

Esempi famosi di Shrinkflation

Per capire bene come funziona questo processo può far comodo avere a portata di mano una serie di grafiche corroborate dai dati che ti spiegano come e quando è cambiata la confezione dei prodotti.

Shrinkflation

Alcuni esempi di Shrinkflation.

Uno dei casi storici riguarda la Srinkflation Barilla, con tanto di foto pubblicata sul sito di discussione Reddit in cui si fa notare il drastico cambio di quantità presente nella confezione. Senza dimenticare altri casi noti come quello del Toblerone, della cioccola Milka, della Coca Cola e di qualsiasi altro prodotto.

Come puoi ben immaginare tutto questo può diventare sinonimo di sfruttamento o addirittura inganno ai danni del consumatore. Anche perché, Secondo L’Istituto nazionale di statistica, dal 2012 al 2017 i casi di Shrinkflation registrati in mercati, rivendite e super-mercati sono stati 7.306 (fonte dati).

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Cadere nella tentazione Shrinkflation?

Anche una piccola impresa può essere tentata. Se i costi di produzione aumentano c’è sempre il rischio di vedere il profitto diminuire a parità di acquisti. Quindi le strade sono due: o si aumentano le vendite o si riducono le spese. Le strade da prendere sono tante, la più facile è quella della Shrinkflation. Anche se, forse hai avuto questo presentimento, si tratta di ingannare il consumatore con un trucco.

L’utente non viene avvisato e l’azienda non è obbligata, chiaro. Ma secondo te quale sarà la reazione dell’utente che si rende conto di aver pagato lo stesso prezzo per un prodotto sempre inferiore?

Forse potrebbe essere questa la spiegazione della continua migrazione verso i prodotti no logo o con il marchio del distributore. Dal mio punto di vista la fiducia del consumatore ha sempre un valore extra.

Soprattutto se sei a capo di una piccola impresa locale e hai fondato il tuo lavoro sul rapporto diretto e la fiducia con il consumatore. I grand brand internazionali lavorano su grandi numeri e possono permettersi di perdere una percentuale ridotta di clienti. Vale lo stesso per una piccola azienda locale?

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