Quando il blog aziendale è superfluo (o inutile)

Uno degli errori comuni in fase di pianificazione delle attività di digital marketing: pensare di aver bisogno per forza di uno spazio da aggiornare con articoli e post. In realtà spesso il blog aziendale è inutile. Anzi, spesso è un problema e addirittura dannoso. Sembra assurdo, vero?

Blog aziendale inutile

Da sempre si indica questo strumento di content marketing come la chiave per comunicare e intercettare un buon numero di utenti online. D’altro canto questa è la soluzione che spinge chi suggerisce di aprire un diario online: farsi trovare dagli utenti che hanno bisogno di te.

Ma questo cosa significa? Investire nell’inbound marketing, in quelle metodologie che spezzano la routine dell’interruzione e si propongono come creazione di un contenuto interessante per chi dovrebbe diventare cliente. Ed è questo il punto: non sempre l’esperienza utile per l’utente coincide con il blog. Per questo l’azienda dovrebbe riflettere con grande attenzione prima di agire.

Non ho tempo per gestire un blog

Questo è uno dei problemi tipici di un imprenditore: “Ho altro da fare, non posso impegnare il mio tempo per gestire un blog o per imparare a farlo”. Posso dire che è un punto di vista sacrosanto, è giusto che sia così: il proprietario, ma anche il dirigente o l’amministratore, deve fare altro.

Per questo si assumono freelance e agenzie per gestire piani di web marketing e, nello specifico, attività editoriali. Ma questo non esula dall’impegno in prima persona. La scrittura dei post sarà commissionata a web writer professionisti e la gestione del calendario è curata dal web content manager che si occuperà dei titoli, dell’ottimizzazione e dei dettagli che fanno la differenza.

Questo, però, non vuol dire ignorare il lavoro che un dirigente deve sviluppare per indirizzare gli operatori verso la giusta strada. Il blog deve essere specchio della realtà aziendale, non emissione del singolo freelance o dell’agenzia. Per questo è importante investire un tempo che non sempre è disponibile (questo vale per i social media aziendali). Ma questo è solo il primo scoglio, il secondo è ancora più difficile da superare per la piccola e media impresa. Continua a leggere!

Da leggere: come scegliere il miglior hosting per il blog

Manca la mentalità a lungo periodo

La mia opinione: forse questo è il passaggio più delicato e che influenza in pieno la possibilità di aprire un blog aziendale. Le PMI hanno un approccio diretto al web, a volte un po’ ingenuo nel pensare che tutto possa risolversi con un grande affare. Ripercorrendo il mito della panacea per ogni male.

Sono in crisi? Non vendo? Apro un sito web, mi posiziono su Google e poi i clienti arrivano a frotte mentre io faccio altro. E questo avviene in tempi minimi, dopo una settimana. Massimo un mese. Questa visione paradisiaca è interrotta dai risultati che arrivano dai report reali, influenzati da una condizione che unisce concorrenza spietata, regole imposte, pubblico frammentato e distratto.

Il blog aziendale è uno strumento che dà i suoi risultati nel lungo periodo. Non oggi, non domani: tra un anno, forse due. Solo se hai affidato il progetto a un professionista in grado di individuare obiettivi e strategie di scrittura online, altrimenti rischi di navigare alla cieca. Sei pronto per accettare questo? Se la risposta è negativa forse – dico forse – il blog aziendale non fa al caso tuo.

Il blog aziendale è inutile senza obiettivi

Il motivo che rende giustizia alla riflessione: il blog aziendale è inutile se non ci sono obiettivi da raggiungere. Questo è un punto delicato che pretende la giusta attenzione perché, in effetti, ci sarebbe sempre una giustificazione per aprire un blog aziendale. Almeno in linea di massima.

Solo che non sempre i benefici diretti e indiretti sono così vantaggiosi da giustificare una spesa impegnativa. Perché quando decidi di aprire un blog aziendale devi mettere in preventivo un investimento che va ben oltre la scelta del dominio e l’acquisto dell’hosting: dimentica il mito del blog gratis in questi casi. Devi essere proteso verso l’investimento concreto.

Però ogni realtà è diversa, un caso a parte. Se lavoro nel B2C e, ad esempio, ho un’azienda che si occupa di vendita online di scarpe posso trovare un gran beneficio nell’aprire un blog aziendale.

L’ecommerce si posiziona per le keyword commerciali, il blog per quelle informative e il lavoro su Google procede alla grande. In più il blog aziendale produce contenuti per i social e nelle newsletter, fidelizza il pubblico, crea discussioni virtuose e una community compatta. Il meccanismo funziona. Ma cosa succede se, ad esempio, vendi scavatori industriali alle pubbliche amministrazioni?

Quando il blog aziendale diventa un peso

Il blog aziendale è inutile? Difficile trovare un lead o un cliente con la semplice pubblicazione di un post. In questi casi, in particolar modo con il B2B e il B2G (business to government), il blog aziendale diventa difficile da inquadrare in una strategia remunerativa in modo chiaro e diretto.

Lo può fare per ottenere link in ingresso, per un lavoro di branding o per smuovere l’opinione pubblica. Ma se ciò non ti interessa al punto da investire nel tempo il blog diventa uno strumento superfluo. E addirittura dannoso se non lo aggiorni con costanza, seguendo un calendario editoriale chiaro.

Non ho nulla da dire al mio pubblico

Onestamente credo che questa sia solo una scusa, non esistono aziende o realtà imprenditoriali che non hanno nulla da comunicare. Il fatto stesso di essere un esperto in un determinato settore ti mette nella condizione di poter raccontare la tua esperienza, il tuo lavoro quotidiano. A volte è solo una non volontà di fare il primo passo verso il prossimo, una paura di essere derubato delle conoscenze.

Oppure si tratta di inconsapevolezza delle proprie capacità. In questi casi meglio fare altro: il blog si trasformerebbe in una raccolta di comunicati stampa e di proclami commerciali imbarazzanti.

Per approfondire: aprire un blog e iniziare a scrivere, la guida

Forse devi solo investire altrove

Il blog aziendale non è per tutti, questo è chiaro. Se non hai tempo da dedicare alla pianificazione e se non sei disposto a investire nel lungo periodo forse dovresti guardare altrove. Ad esempio potresti capire come usare al meglio i social network e puntare sull’advertising, di sicuro un metodo per ottenere dei risultati apprezzabili in tempi minimi. A patto che ci sia, però un investimento costante sia nella gestione delle campagne che nel budget necessario alla piattaforma in questione.

Per te il blog aziendale è inutile?

Queste sono le mie riflessioni rispetto all’argomento: il blog aziendale è indispensabile? No, ci mancherebbe. Può essere una leva decisiva per ottenere buoni risultati, ma solo se ci sono le condizioni e le possibilità. Ma soprattutto la convinzione di poter fare qualcosa di importante.

Se deve essere un’operazione imposta a priori può diventare un problema dato che si trasformerà, in pochi mesi, in un contenitore vuoto e anonimo. Sei d’accordo? Hai fatto anche tu esperienze simili?

2 commenti su “Quando il blog aziendale è superfluo (o inutile)”

  1. Sono assolutamente d’accordo, e mi sento di estendere lo stesso principio anche ai social network.

    Inutile, infatti, aprire venti profili per poi lasciarli perdere dopo poco tempo – e purtroppo, molte aziende cadono in questa trappola.

    In generale, meglio non fare nulla, piuttosto che farlo così male, no? ;)

    1. Riccardo Esposito

      The Real Person!

      Author Riccardo Esposito acts as a real person and verified as not a bot.
      Passed all tests against spam bots. Anti-Spam by CleanTalk.

      Mai lasciare che la voglia di fare prenda il sopravvento: devi fare solo ciò che devi, e nel miglior modo possibile. Altrimenti è inutile. Sul serio. Magari anche dannoso.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

#db4c00 24 14 14 #db4c00 #db4c00 #db4c00 #ffffff
Assistenza clienti