Il fatto è questo: il 1 agosto, attraverso diversi canali social, viene comunicato l’arrivo di un nuovo Google Update. Mountain View effettua sempre degli aggiornamenti per migliorare i risultati di ricerca, c’è stato qualcosa di simile con lo Speed Update per premiare i siti attenti alla velocità.
E invece no, non è così. Il 1 agosto c’è stata una piccola rivoluzione e il Google Update ha – letteralmente – distrutto centinaia di business che basavano la propria visibilità sul posizionamento. Le persone cercano qualcosa sul motore di ricerca e tu crei contenuti rilevanti per intercettare queste esigenze: è la base dell’inbound marketing, una metodologia per farti trovare su internet.
Quando? Nel momento in cui hanno bisogno di te. In questa circostanza, però, Google ha deciso di lavorare attraverso una logica strana, per molti esperti SEO è stato un salto nel buio: anni di lavoro sui contenuti è andato in fumo. Senza preavviso o possibilità di appello. Ma cosa significa questo?
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Il concetto di Google Update non è nuovo
Il motore di ricerca, infatti, da sempre implementa il suo algoritmo per prendere provvedimenti verso determinati comportamenti. E per lavorare in modo da offrire il miglior risultato possibile agli utenti.
- Google Penguin penalizza i siti web che ottengono link con metodi non consentiti.
- Panda Update colpisce i portali che copiano i contenuti e pubblicano articoli di bassa qualità.
- Mobile Update si rivolge a chi non lavora bene con smartphone e tablet.
Nella maggior parte dei casi, però, le attività di Google rappresentano delle azioni di aggiustamento (gli update sono continui, non rilegati a momenti precisi) e per le grandi stroncature c’è un’azione specifica che viene stigmatizzata. Se vieni colpito da Google Penguin sai che il problema è nelle mosse scorrette che hai messo in campo per ottenere questi collegamenti ipertestuali.
L’ultimo update, invece, ha confuso i webmaster e i SEO perché non rappresenta una chiusura nei confronti di un’azione. È una decisione che Google ha preso nella valutazione dei contenuti, tanto che ha definito quest’azione un broad core algorithm update. Vale a dire un aggiornamento generico.
Un aggiornamento che ha colpito tutte le serp, anche se hanno subito molto i siti dedicati a salute e benessere come mostra la ricerca di SEO Roundtable. Non a caso questo aggiornamento è stato definito Medical Update. Ma non ci sono soluzioni, le cose sono cambiate profondamente.
Cosa fare per risolvere il problema?
Ecco, questo è il punto. Secondo Google, che ha fatto riferimento a un tweet inviato qualche tempo fa, non ci sono soluzioni per ottenere dei risultati capaci di ribaltare le sorti dei siti colpiti. A meno che non vengano esplicitati, ma in questo caso c’è stato un semplice ripensamento dei parametri.
As with any update, some sites may note drops or gains. There’s nothing wrong with pages that may now perform less well. Instead, it’s that changes to our systems are benefiting pages that were previously under-rewarded….
— Google SearchLiaison (@searchliaison) March 12, 2018
Molti trovano possibili e ipotetiche soluzioni nel concetto di autorevolezza, e nel fatto che Google è sempre più attento a fornire dati specifici, creati da personaggi che hanno le credenziali per parlare di determinati argomenti. John Mueller di Google suggerisce qualcosa di vago e poco utile, ma capace di descrivere la situazione: sono cambiamenti che possono accadere in qualsiasi momento.
Cosa deve fare un’azienda in questi casi?
In primo luogo non deve prendersela con l’agenzia SEO o con il consulente, non ci sono indici da puntare in questi casi. Anzi, deve investire per permettere agli esperti di risolvere il problema.
C’è bisogno di tempo per osservare la situazione e capire cosa fare. L’imprenditore, scottato da quest’esperienza, deve prendere spunto per evitare altri problemi. Sai cosa significa questo?
Mai mettere in mano a un solo partner il potere della tua impresa online. Molte aziende si lamentano del fatto che Google abbia deciso il destino della propria attività online, vanificando investimenti consistenti. Certo, è ingiusto. Queste sono le regole del gioco: prendere o lasciare.
Un esempio concreto per sopravvivere online
Mentre cerchi di risolvere il problema puoi continuare a lavorare con altre fonti di traffico. Ad esempio: hai un newsletter ben strutturata e una lista di contatti fidelizzati che hai alimentato nel tempo?
Possono cambiare gli algoritmi di Google fino a distruggere la tua visibilità, e Facebook può cancellare la tua pagina definitivamente. Però una lista di email guadagnata con onestà e continuità ha un valore inestimabile perché nessuno può toglierti la possibilità di raggiungere quei nomi.
Lo stesso discorso vale per il brand, il valore da alimentare. Il primo passo è fare in modo che gli individui trovino il tuo sito cercando un’informazione. Il secondo: il pubblico deve cercare il tuo sito. Il tuo nome. Questo si ottiene lavorando sulla comunicazione online e non solo sull’ottimizzazione SEO.
Per approfondire: i migliori programmi per fare email marketing
Le prossime mosse del Google Update?
Qualche assestamento c’è stato, ma chi ha perso deve mettersi l’anima in pace e lavorare in modo diverso. Puntando sul brand, sul suo nome. E diversificando le fonti per trovare clienti, magari dando più spazio ai social e ai video. Senza dimenticare la centralità dell’email marketing.
Per il sito l’unico consiglio che sento di darti è quello di lavorare sull’autorevolezza dei contenuti (non scrivere solo per intercettare traffico) e del profilo di chi firma i contenuti. Sei d’accordo? Hai avuto esperienze negative con questo Google Update? Ti aspetto nei commenti, parliamone insieme.